VENEZIA, L’ARTE DELLA LAVORAZIONE DEL VETRO E I MAESTRI VETRAI DI MURANO

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Quando si parla di vetro veneziano non si può fare a meno di pensare subito a Murano e ai suoi maestri vetrai. Ma come nasce l’arte del vetro e perché il vetro veneziano è così speciale?

Quali sono i primi lampadari veneziani e come possiamo riconoscerne l’originalità?

Per capire meglio i pregi e il valore dei lampadari in vetro di Murano e la particolare lavorazione del vetro veneziano, bisogna partire dalla sua storia e dalle tecniche di lavorazione e dalla tradizione che ne è ha tramandato le procedure di generazione in generazione, da Maestro vetraio a servente, attraversando i secoli, fino ad arrivare al nostro presente.

MURANO E LA SUA TRADIZIONE DELLA LAVORAZIONE DEL VETRO

 

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Volgendo lo sguardo a Venezia e alla sua Laguna, appare subito chiaro che è il luogo perfetto per trovare ispirazione: i colori e i riflessi dell’acqua si rispecchiano nella trasparenza e nelle tonalità dei vetri veneziani.

Fino all’anno 1000, la lavorazione del vetro era dedicata esclusivamente alla produzione di oggetti come bottiglie in vetro soffiato – le “fiole” – dal corpo panciuto e dal collo lunghissimo.

Per parlare di una vera e propria arte del vetro dobbiamo arrivare al 1271, anno in cui verrà emanato il primo statuto per regolamentare i diritti e doveri relativi alla gestione delle arti e dei mestieri in città.

In questo periodo, le produzioni riguardavano principalmente stoviglie, vetri decorati con piccoli elementi in vetro fuso e bottiglie ma già era percepibile la particolare creatività e la fantasia artistica dei Maestri vetrai che tanto hanno reso famosa Venezia con le loro creazioni.

Nel 1291, numerosi incendi causati dalle fornaci vetrarie portarono il Consiglio dei Magistrati della Giustizia Vecchia a spostarle nell’isola di Murano che divenne, così, il luogo deputato per la produzione vetraria e fucina di grandi Maestri vetrai.

Oggi, naturalmente, le fornaci non sono più solo a Murano, ma l’isola mantiene un fascino particolare ed è conosciuta in tutto il mondo per la sua storia, la sua bellezza e le meravigliose opere in vetro che le hanno dato notorietà.

Nel 1450, Angelo Barovier, vetraio di antichissima famiglia muranese, ideò un nuovo processo per produrre un vetro particolarmente trasparente che prese prima il nome di cristallo e poi di vetro veneziano.

Fu la prima vera svolta per i Maestri vetrai veneziani che proseguirono, per tutto il Cinquecento, con lo sviluppo di nuove tecniche, come la filigrana a retortoli (filigrana a voluta e spirali) e la filigrana a reticello che resero il vetro di Murano tra i più richiesti nelle corti e negli ambienti aristocratici di tutta Europa.

I secoli successivi videro una vera esplosione della produzione del vetro a Murano, in un tripudio di forme e colori in coppe, fruttiere, cornici per specchi.

Il ‘900 vide una nuova svolta e numerosi artisti, pittori e designer italiani ed europei – Picasso, Braque, Chagall, solo per citarne alcuni – dando vita a vere e proprie opere d’arte in vetro di Murano.

Oggi, il vetro di Murano è un simbolo e uno strumento espressivo che trova la sua espressione anche nell’ambito dell’illuminazione e dell’arredo luce.

COME NASCE IL VETRO SOFFIATO DI MURANO

 

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Il vetro veneziano è un vetro sodico il che significa che alla silice, una sabbia che con la fusione si trasforma in vetro, si aggiunge la soda per consentire una fusione a temperature minori.

Queste due materie prime devono essere miscelate tra di loro in una preparazione che richiede la durata di una notte e, quando la miscela è pronta vi si aggiungono gli stabilizzanti, i coloranti o decoloranti e/o gli eventuali opacizzanti.

Il composto ottenuto viene messo nel forno ad una temperatura di circa 1.400° in modo da essere pronto al mattino, per essere lavorato. La pasta ottenuta rimane duttile fino al raggiungimento di 500° e gli artigiani vetrai (Maestro, serventi e garzoni) devono lavorare con estrema coordinazione di tempi e movimenti, con la stessa grazia e ritmica di un’orchestra al seguito del suo direttore.

L’opera e gli elementi creati possono, poi, essere rifiniti a freddo dai molatori per la levigatura e le altre rifiniture.

Ma quali e quante sono le tecniche maggiormente utilizzate dai Maestri vetrai veneziani?

Vediamole brevemente!

LE TECNICHE DI LAVORAZIONE DEL VETRO VENEZIANO

 

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Le tecniche tradizionali di lavorazione del vetro sono davvero numerose e sarebbe impossibile spiegarle tutte in un unico articolo; perciò, le vediamo brevemente con la promessa di approfondire l’argomento con le prossime pubblicazioni.

VETRO SOFFIATO

Sin dagli inizi, la soffiatura del vetro è diventata la tecnica privilegiata per le lavorazioni di alto livello. Gli artigiani vetrai muranesi hanno sviluppato una straordinaria abilità nella modellazione a caldo, e sono in grado di creare oggetti ed elementi di grande eleganza e raffinatezza. Tra le varie lavorazioni si distinguono la filigrana a retortoli e a reticello che creano l’effetto di un delicato merletto all’interno della parete vitrea.

MURRINA

Si tratta di una tecnica antichissima, antecedente la soffiatura che consiste nella fusione di tessere monocrome o sezioni di canna vitrea policroma secondo un disegno, che consente di ottenere un tessuto vitreo molto colorato.

PERLE VITREE

Sono piccole perline – le conterie – arrotondate o a spigolo vivo, ottenute sezionando tubicini forati      tirati in fornace per una lunghezza di diversi metri e poi lavorati a mano secondo la tecnica a lume.

LAVORO AL LUME

La canna vitrea colorata viene ammorbidita con il fuoco da un cannello per essere lavorata e   assumere ogni forma desiderata.

INCISIONE

È una tecnica applicata preferibilmente sul cristallo incolore o lievemente colorato attraverso un          graffito a punta di diamante o con rotina (una piccola ruota metallica e più profonda).

Le applicazioni del vetro di Murano sono infinite ma una delle più importanti è sicuramente quella all’illuminazione e alla creazione di lampadari sia classici che moderni.

LAMPADARI IN VETRO DI MURANO: ORIGINI E UNICITÀ

 

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Le prime testimonianze di lampadari in vetro veneziano risalgono al 1700 e divennero subito molto popolari per la loro delicatezza ed eleganza, subentrando ai lampadari in ferro, ottone e legno.

Nello stesso periodo il cristallo di Boemia, con la sua spettacolare capacità di rifrazione della luce, aveva iniziato a diffondersi in tutta Europa e anche in alcune parti d’Italia. Le vetrerie di Murano allora, risposero con creatività e fantasia, creando nuovi tipi di sorgenti luminose.

Uno degli esempi più emblematici di lampadario in vetro di Murano è quello prodotto per il Re Federico IV di Danimarca, ancora oggi appeso nel suo palazzo.

Le caratteristiche tipiche del lampadario di Murano tradizionale è l’intrico di arabeschi di foglie, fiori e frutti arricchiti dal vetro colorato secondo le tecniche tipiche (e gelosamente custodite!) di lavorazione.

Questo tipo di lampadario segue, generalmente un concetto architettonico originale con uno spazio vuoto al centro, lunghi bracci e decorazioni tutto intorno al supporto centrale. Le decorazioni sono costituite da piccoli elementi trasparenti in vetro soffiato, colorato o no.

I LAMPADARI IN VETRO VENEZIANO PATRIZIA VOLPATO, TRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE

 

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La storia e la tradizione dell’arte vetraria veneziana sono uno degli elementi originali e inconfondibili del nostro Brand.

Ne è un esempio la collezione ICONICA  che accosta l’eleganza del classico al design moderno, mentre la collezione INTRECCI  riprende con modernità l’architettura del lampadario classico veneziano.

La lavorazione con perle vitree viene proposta nella raffinata e lussuosa collezione VENEZIA  con corpi illuminanti caratterizzate da frange di perline in pasta di vetro interamente lavorate a mano e GIRASOLE  che propone un design floreale fresco in perline di vetro sfaccettato.

Tutte le nostre creazioni utilizzano vetro veneziano originale, prodotto a Venezia secondo le antiche tecniche tradizionali, con un design innovativo che si appoggia alla tecnologia più avanzata e che non dimentica le esigenze di sostenibilità ambientali.

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